In alcune parole che ordinariamente impieghiamo, c’è una molla nascosta che le apre a un tratto fino in fondo e ce le spiega nella loro straordinaria intimità; poi la parola si ripiega, riprende la sua forma banale e scivola insignificante, consumata dall’abitudine e dall’uso. ‘Amore’ è una di queste parole (…)
Alphonse Daudet, Saffo
Normalmente non amo, per dirla con un eufemismo, gli scrittori dell’Ottocento francese, in particolare i naturalisti. Il romanzo di Daudet non fa eccezione, tant’è che sono a conoscenza della sua esistenza esclusivamente per un esame di letteratura francese.
Però bisogna riconoscere che ogni tanto, anche solo in una frase, si scoprono parole interessanti. In questo caso lo scrittore è riuscito a esprimere molto meglio di me un concetto di cui ho cercato di parlare in questo post, anche se il tema non era l’amore. Un fenomeno misterioso della lingua, del pensiero, della vita. Piccolo ma misterioso.
Una molla che spiega le parole, ce le apre, prima che queste si ripieghino per tornare nella quotidianità. Notare il profondo, e vero, gioco di parole.
Bello, no?
Io adoro scrivere proprio per questo. Nelle tue mani ti ritrovi ad avere quasi inconsapevolmente un potere enorme.
Si, ed è una grande soddisfazione saperlo usare 🙂
Eccome! Puoi dirlo forte 😉