Susanna, ma è bellissima questa busta! E’ la sintesi perfetta, l’emozione giusta che dovrebbe trasmettere una libreria. Altro che Feltrinelli & Co.
Se nella vita dovesse “andare male” aprirò una libreria così, magari con caffè annesso e la gente verrà a passare il pomeriggio, gli scrittori a scrivere e tutti fermeranno il tempo…
Allora saremmo socie, perché è esattamente il mio progetto! Per la serie “male che va apro una libreria”: è la variante sentimentale.
Quella più freddamente calcolatrice è “male che va apro una copisteria davanti all’università”, che ha un suo perché.
Ahahahah! Devo riconoscere che la tua seconda opportunità è fantasticamente freddamente calcolatrice. La mia seconda è ancora sentimentale: una panetteria con il portoe d’ingresso in legno e le vetrinette e rossa e verde! come quelle francesi… 🙂
Neanche io so fare il pane! o meglio, non ancora. imparare è il mio prossimo obiettivo! 😀
però so fare la focaccia! L’ho tentata la settimana scorsa ed è riuscita!
per i dolci… mi accodo senza ripensamenti!
Però dovrei alzarmi prestissimo per fare il pane, e non sono assolutamente il tipo adatto. Il pane lo lascio a te, senza dubbio! io mi presento diciamo a mezzogiorno e sforno tutte le torte che vuoi 😀
@Marta si certo che conosco Civitavecchia 😀 O meglio, la conosco di nome e ci sono partita una volta in nave, per essere precisi. Però bene, ottimo a sapersi! 😀
Cara Susanna, sono capitata ieri qui tra i tuoi post e…a quanto pare abbiamo tanto in comune 🙂
A partire dalle storie (stupenda la busta qua sopra) al progetto salvagente post universitario: caffè/libreria incontro di nuovi e vecchi talenti.
E’ sempre meraviglioso incontrare qualcuno di simile 🙂
Ora…continuo a leggerti
Gloria
Ciao Gloria, sei la benvenuta! Sono davvero contenta che tu sia capitata tra le mie storie (storielle, diciamo). Questa foto ha fatto faville, devo dire 😀
Verissimo, trovare qualcuno di simile è esaltante, e infatti ora mi faccio subito un giro sul tuo blog!
Grazie per le tue parole, mi lusinga il fatto che tu voglia continuare a leggermi e partecipare a questo castello in aria – sappi che è una gabbia di matti! 😉
A presto!
Però che storie?! Se mi alzo presto per fare il pane sarò brutta da vedere per la stanchezza e non potrò mai conoscere l’idraulico figo! ( a proposito? 😛 )
Essì la busta, da qualsiasi posto arrivi, fa furore!
Ma l’idraulico figo mi viene a bussare alle otto e mezza, è mattiniero anche lui, lo possino. Ci possiamo venire incontro, comunque, siamo flessibili 😀
Domani sera rientro alla base ma lunedì mattina il tipo mi sveglia di nuovo (“viene in mattinata”: cosa avrà voluto dire?) per finire un non ben precisato lavoretto da dieci minuti e riportarmi le chiavi.
Gli offrirò il caffè 😛
E a proposito del “viene in mattinata”, vorrei sottolineare che probabilmente a Milano avrebbero detto “viene alle nove e venti” e alle nove e 19 avrebbe suonato il campanello.
A Roma viene in mattinata, cioè dalle otto in poi, ora più ora meno, non sottilizziamo 😀
Allora è proprio vero che gli stereotipi non contano!
Il caffè lo prende con il latte freddo e uno di zucchero. Lo so perfettamente. E non so neanche come si chiama.
😀
Ma che figo.
vero? è la nuova busta della mia libreria di fiducia 🙂
Dovrà necessariamente diventare anche la mia libreria di fiducia. AdoVo!
Ahahaha! Se fai un salto a Rieti ti ci porto, è ricavata dentro una chiesa sconsacrata.
Pensavo che fossimo più lontane giuro. Che sarà mai!
E qui la domanda sorge spontanea: di dove sei?? 😀
Vicino Civitavecchia 😉 Dico questa perchè è la più grande magari la conosci.
Susanna, ma è bellissima questa busta! E’ la sintesi perfetta, l’emozione giusta che dovrebbe trasmettere una libreria. Altro che Feltrinelli & Co.
Se nella vita dovesse “andare male” aprirò una libreria così, magari con caffè annesso e la gente verrà a passare il pomeriggio, gli scrittori a scrivere e tutti fermeranno il tempo…
Allora saremmo socie, perché è esattamente il mio progetto! Per la serie “male che va apro una libreria”: è la variante sentimentale.
Quella più freddamente calcolatrice è “male che va apro una copisteria davanti all’università”, che ha un suo perché.
Ahahahah! Devo riconoscere che la tua seconda opportunità è fantasticamente freddamente calcolatrice. La mia seconda è ancora sentimentale: una panetteria con il portoe d’ingresso in legno e le vetrinette e rossa e verde! come quelle francesi… 🙂
(quantecose condividiamo! 🙂 )
Se sapessi fare il pane volentieri. Però potrei fare i dolci, quelli mi piace farli (e mangiarli).
(ho perso il conto :P)
Neanche io so fare il pane! o meglio, non ancora. imparare è il mio prossimo obiettivo! 😀
però so fare la focaccia! L’ho tentata la settimana scorsa ed è riuscita!
per i dolci… mi accodo senza ripensamenti!
Però dovrei alzarmi prestissimo per fare il pane, e non sono assolutamente il tipo adatto. Il pane lo lascio a te, senza dubbio! io mi presento diciamo a mezzogiorno e sforno tutte le torte che vuoi 😀
@Marta si certo che conosco Civitavecchia 😀 O meglio, la conosco di nome e ci sono partita una volta in nave, per essere precisi. Però bene, ottimo a sapersi! 😀
Ah ecco benone. E io sto in un altro paesino lì vicino 🙂
E’ una foto molto “calda”..
^_-
Si, è vero. Ci tenevo che lo fosse 🙂
(“cinefobie”, titolo attraente! Vengo subito a darci un’occhiata)
Sei La benvenuta
^_-
Cara Susanna, sono capitata ieri qui tra i tuoi post e…a quanto pare abbiamo tanto in comune 🙂
A partire dalle storie (stupenda la busta qua sopra) al progetto salvagente post universitario: caffè/libreria incontro di nuovi e vecchi talenti.
E’ sempre meraviglioso incontrare qualcuno di simile 🙂
Ora…continuo a leggerti
Gloria
Ciao Gloria, sei la benvenuta! Sono davvero contenta che tu sia capitata tra le mie storie (storielle, diciamo). Questa foto ha fatto faville, devo dire 😀
Verissimo, trovare qualcuno di simile è esaltante, e infatti ora mi faccio subito un giro sul tuo blog!
Grazie per le tue parole, mi lusinga il fatto che tu voglia continuare a leggermi e partecipare a questo castello in aria – sappi che è una gabbia di matti! 😉
A presto!
Comunque rettifico: la busta è della Mondadori! Si vede che chi ci lavora “ce capisce”, come si dice dalle mie parti.
Però che storie?! Se mi alzo presto per fare il pane sarò brutta da vedere per la stanchezza e non potrò mai conoscere l’idraulico figo! ( a proposito? 😛 )
Essì la busta, da qualsiasi posto arrivi, fa furore!
Ma l’idraulico figo mi viene a bussare alle otto e mezza, è mattiniero anche lui, lo possino. Ci possiamo venire incontro, comunque, siamo flessibili 😀
Domani sera rientro alla base ma lunedì mattina il tipo mi sveglia di nuovo (“viene in mattinata”: cosa avrà voluto dire?) per finire un non ben precisato lavoretto da dieci minuti e riportarmi le chiavi.
Gli offrirò il caffè 😛
E a proposito del “viene in mattinata”, vorrei sottolineare che probabilmente a Milano avrebbero detto “viene alle nove e venti” e alle nove e 19 avrebbe suonato il campanello.
A Roma viene in mattinata, cioè dalle otto in poi, ora più ora meno, non sottilizziamo 😀
Gliel’hai offerto il caffè? :p
Ti dirò, a Milano mi hanno sempre detto “Vengo alle 8.30” e prima delle 9 non li ho mai visti. Sarò stata sfigata io.
Allora è proprio vero che gli stereotipi non contano!
Il caffè lo prende con il latte freddo e uno di zucchero. Lo so perfettamente. E non so neanche come si chiama.
😀
Dettaglio superficiale, il nome! 😀 Meglio sapere come beve il caffè! 😀
In questo c’è del vero, devo dire 😀