Come mandato da dèi, una volta m’avvinse un incanto
Sopra quel ponte, mentre l’attraversavo,
E di laggiù nello sfondo dei monti
Malioso m’appariva il lontano,
E il giovane fiume fuggiva, ilare e fosco, alla piana
Come il cuore che oppresso dalla sua troppa bellezza
Per trapassare amando
Nei flutti del tempo si scaglia.
Friedrich Hölderlin, Heidelberg.
(Tutto ciò ha a che fare con Leopardi, sappiatelo.)
Stupenda. Ma il traduttore chi è? Perché deve essere incredibilmente bravo, un poeta a sua volta!
Ecco, lo sapevo che me lo dovevo segnare. Ma domani torno in biblioteca e lo controllo!
Trovato: Giorgio Vigolo.
😉
Sembra la sintesi di questo pomeriggio. Magari pubblico le foto più tardi, così vedi. Un bacio.
Quelle del nuovo autoritratto? O delle casine a fungo nel bosco? 🙂
🙂 Quelle delle casine nel bosco! Vedrai, vedrai! :*
Giorgio Vigolo, chi era costui? Pare un poeta, tra l’altro. Sei di una gentilezza unica, ti sei ricordata di vedermi il traduttore, per soddisfare una mia oziosissima curiosità. Fantastica, non c’è altro da dire! :).
Per così poco? Ma figurati!
Una delle prime cose che si imparano studiando lettere (o forse studiando in generale all’università, non saprei) è accertarsi di chi ha detto cosa, quindi nessuna fatica. E poi mi aveva colpito il fatto che nell’articolo la traduzione di questo Vigolo era definita in termini elogiativi, quindi doveva essere uno bravo – possibilissimo che sia poeta lui stesso.
In conclusione, curiosità tutt’altro che oziosa, e io non ho fatto altro che annotare un nome 😉