(…)
altro: magari è una di quelle cose che fai che non lo sai ma lo sapeva qualcun’altro.
altra: esistono quelle cose?
altro: certo.
altra: ti sono mai capitate?
altro: se si, non lo sapevo prima di saperlo, quindi è difficile da capire se sono capitate.
altra: quindi non hai ancora capito se hai fatto una cosa senza saperla ma la sapeva qualcun’altro.
altro: esatto.
altra: e allora come fai a dire che esistono cose che fai e che non sai ma che le sa qualcun’altro?
altro: perché se a qualcun’altro capita di capire che esistono cose che fai e che tu non sai ma lui sì, allora può essere che poi tu lo capisci pure te.
altra: quindi conosci un qualcun’altro che ha capito che esistono cose che fai ma che non sai e che qualcun’altro può capire al che lui l’ha capite?
altro: esatto, non era facile ma hai capito.
altra: ma il qualcun’altro ha pure capito cose che hai fatto tu che che tu non avevi capito?
(questa conversazione potrebbe essere un post fenomenale.)
altro: ma anche tu hai capito qualcosa che io non so di aver fatto, quindi tu potresti essere qualcun’altro.
(un post non per tutti, magari per qualcun’altri, ma non per tutti.)
altra: (perché non per tutti? tutti siamo potenziali qualcun’altri.)
altro: brava, hai colto l’essenza del senso di questo discorso. Tra l’altro un discorso senza senso, quindi ce ne vuole.
(…)
E qui siamo moooooooooooooooolto oltre Beckett e Ionesco! (forse troppo oltre?)
c’é da dire che a prima mattina ho dovuto impiegare molta, ma molta concentrazione.
E pensate cos’è stato sostenerla, questa conversazione!
anche io! un sacco di concentrazione.