Margherite

Oggi è il primo giorno di primavera. L’altroieri ho raccolto le prime margherite della stagione, a Roma. Da me le chiamano anche pratoline, ma non so se è italiano o un modo di dire locale.

Le ho raccolte, dicevo, in un parco di Roma. Due tipi stavano tagliando l’erba, e il profumo mi stordiva quasi. Mi piace moltissimo il profumo d’erba tagliata, mi ricorda quando da bambina osservavo mio padre passare il tosaerba nei giardini di casa: prima i fili erano alti e irregolari, a ciuffi, ma poi passava lui e, con grande abbondanza di frastuono, il verde diventava basso, regolare e tenero. Il profumo allora si spandeva e rimaneva dei giorni, più intenso nell’umidità della sera.

Le pratoline nasceranno tra poco anche qui a casa, o almeno spero. Intanto l’altro giorno ne ho raccolte tre, prima che passasse il tosaerba. Le ho rigirate tra le dita mentre camminavo e le ho portate a una persona che mi stava aspettando. Una persona che per me, in questi giorni, è la primavera.

Qualcosa inizia, qualcosa cambia, qualcosa potrebbe finire. C’è primavera da queste parti.

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